Perché la stagione estiva può portare a soffrire di attacchi d’ansia? Come mantenere la calma e gestire gli attacchi d’ansia quando si presentano? Risponde la psicologa.
L’ignoto autore dell’antico detto “Il caldo dà alla testa”, a suo modo, non sbagliava: alte temperature e afa condizionano il nostro benessere psicofisico ma non solo perché sopraggiungono sintomi tipici del colpo di calore quanto anche perché tra gli effetti della canicola estiva non mancano attacchi d’ansia e attacchi di panico in soggetti che hanno difficoltà legate all’ansia anche durante il resto dell’anno. Ne abbiamo parlato con Emma Lerro, laureata in psicologia clinica all’Università “La Sapienza” e specializzata in psicoterapia cognitivo comportamentale presso l’Istituto Walden di Roma, esercita come psicologa e psicoterapeuta in Unobravo.
E’ vero che in estate (o nella stagione calda) ansia e attacchi di panico aumentano? Come mai?
Si, esiste una correlazione tra ansia, attacchi di panico e caldo. Nella stagione estiva l’aumento delle temperature può portare tutti noi a sperimentare alcune sensazioni fisiche come affaticamento, calore e aumento della sudorazione. Nelle persone con problemi d’ansia queste sensazioni fisiche vengono generalmente lette come il segno di un pericolo imminente, innescando il circolo vizioso dell’ansia. “Sto per sentirmi male”, “sto per svenire”, “sto per vomitare” sono solo alcuni dei pensieri automatici che potrebbero balzare alla mente e che, in alcune situazioni, possono portano anche a un attacco di panico.
Siccità, temperature record: come incidono le notizie a riguardo e la nostra percezione del problema sul nostro personale benessere psicofisico?
Tutte queste notizie possono contribuire alla cosiddetta eco-anxiety, di cui sembra soffrire in modo particolare la generazione Z, che comprende i nati tra il 1995 e il 2010. Molti giovani infatti sono spaventati dal futuro e dalle conseguenze che la crisi climatica potrebbe avere sulla nostra vita. Secondo una ricerca pubblicata su The Lancet che ha coinvolto più di 10 mila ragazzi tra i 16 e i 25 anni, il 50% di loro prova sentimenti di rabbia e tristezza, ma anche impotenza e senso di colpa per l’emergenza climatica in corso.
Quali sono i sintomi da non sottovalutare di una forma d’ansia dovuta al caldo?
Molto importante è valutare quanto l’ansia (che sia legata o meno al caldo) comprometta il funzionamento generale della persona. Se, ad esempio, gli attacchi di panico sono frequenti e inizia ad esserci anche evitamento di situazioni in cui si teme di poter stare male, è opportuno richiedere un consulto con uno psicologo. In questo modo è possibile impedire che la sintomatologia peggiori, prevenendo la sua possibile evoluzione in disturbo di panico o agorafobia.
Come intervenire nell’immediato di fronte a un attacco d’ansia dovuto al caldo?
La prima regola, per quanto potrebbe apparire scontata, è mantenere la calma. Le persone che circondano chi sta sperimentando un attacco d’ansia dovrebbero trasmettere il messaggio che l’ansia passerà e che gestirla è possibile. Un modo per alleviare i sintomi dell’ansia è il respiro lento: si possono utilizzare la tecnica del conteggio oppure la respirazione diaframmatica. Oltre a rallentare il respiro è possibile utilizzare alcune tecniche di distrazione, utili a spostare l’attenzione della persona dai sintomi fisici che sono fonte dell’ansia.
La terapia psicologica può aiutare a vincere l’ansia da caldo?
Certamente l’ansia (qualsiasi ne sia l’origine) può essere affrontata e gestita con l’aiuto di uno psicologo. Molto utile può essere consultare uno psicoterapeuta online Unobravo. Gli obiettivi della terapia saranno accompagnare la persona nel riconoscimento di cosa scatena la sua ansia, con particolare attenzione anche alle abitudini comportamentali e alle credenze errate che mantengono il problema. Sarà inoltre importante fornire degli strumenti adeguati per rafforzare le capacità di autoregolazione in seguito all’attivazione fisiologica provocata dagli stati d’ansia.
L’intervistata è Emma Lerro, laureata in psicologia clinica all’Università “La Sapienza” e specializzata in psicoterapia cognitivo comportamentale presso l’Istituto Walden di Roma, esercita come psicologa e psicoterapeuta in Unobravo.