Starnuti, mal di gola, occhi lucidi. Sarà l’influenza, un semplice raffreddamento o sono i sintomi da Covid 19? Quella che stiamo vivendo è la seconda stagione fredda in cui dobbiamo fare i conti con una pandemia che non allenta la morsa e con i virus dell’influenza che ciclicamente circolano nel nostro Paese prevalentemente nei mesi autunnali e invernali.
Secondo i dati del Ministero della Salute, l’influenza colpisce ogni anno una percentuale compresa tra il 4 ed il 15% della popolazione italiana, a seconda delle caratteristiche dei virus circolanti, per una mortalità calcolata in circa 8000 decessi all’anno per questa malattia e sue complicanze secondo le statistiche elaborate dall’Istituto superiore di Sanità.
Cifre preoccupanti che soltanto nell’inverno 2020-2021 han dato una tregua: la stagione scorsa, infatti, è stata definita “anomala” poiché l’incidenza delle ILI, le cosiddette sindromi simil influenzali, è stata ridotta proprio a causa delle misure di prevenzione che la popolazione ha dovuto adottare per contrastare la diffusione del virus SARS-CoV-2.
Vaccinazione antinfluenzale 2021-2022, le raccomandazioni ufficiali
Per l’autunno appena avviato, le autorità competenti (Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità) raccomandano di anticipare le campagne di vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ottobre. La motivazione – è nelle intenzioni delle istituzioni sanitarie competenti – è che la vaccinazione è considerata “la strategia più efficace per la prevenzione dell’influenza, che continua ad essere raccomandata anche alla luce della situazione epidemiologica relativa alla circolazione del virus SARS-CoV-2”.
Ma perché fare anche il vaccino antinfluenzale se ho il Green Pass o se sono guarito da Covid? Fare entrambi i vaccini può essere pericoloso per la mia salute? Domande legittime cui le istituzioni hanno provato a rispondere nel documento che contiene le linee di indirizzo per prevenire le malattie virali di natura influenzale: “Prevenzione e controllo dell’influenza 2021-2022” che recepisce le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Vaccino antinfluenzale e Vaccino anti Covid, perché farli entrambi?
“Le misure di prevenzione e le restrizioni ai viaggi variano da paese a paese, e un loro allentamento potrebbe anche aumentare la trasmissione, portando a una potenziale circolazione di virus influenzali e SARS-CoV-2 (anche nelle sue varianti, ndr) e un maggiore impatto sulle popolazioni vulnerabili e sui sistemi sanitari” si legge sul documento.
Altro elemento che ha indotto ad anticipare la campagna vaccinale antinfluenzale è la necessità di limitare la pressione sugli ospedali a seguito del dubbio che può generarsi nella popolazione che necessiterà di ricorrere al Pronto Soccorso e dai medici di base per approfondire tra sintomi Covid e sintomi influenzali.
Il Ministero della salute ha emanato lo scorso 2 ottobre una nota in cui si autorizza la somministrazione simultanea dei due vaccini: “…è possibile che alcune categorie di soggetti per le quali la vaccinazione antinfluenzale stagionale è raccomandata e offerta attivamente e gratuitamente siano allo stesso tempo eleggibili per la vaccinazione antiSARS-CoV-2/COVID-19 (es. gruppi target della dose addizionale o booster, persone over 60 non ancora vaccinate, etc…). Sebbene nelle schede tecniche dei vaccini anti-SARS-CoV-2/COVID-19 autorizzati da EMA non siano presenti, ad oggi, indicazioni relative alla loro somministrazione concomitante con altri vaccini, tenuto conto delle attuali indicazioni espresse dalle principali autorità di Sanità Pubblica internazionali e relativi Comitati Consultivi e dei dati preliminari relativi alla co-somministrazione di vaccini anti-SARS-CoV-2/COVID-19 con vaccini antinfluenzali, sarà possibile programmare la somministrazione dei due vaccini, nel rispetto delle norme di buona pratica vaccinale, nella medesima seduta vaccinale, fermo restando che una eventuale mancanza di disponibilità di uno dei due vaccini non venga utilizzata come motivo per procrastinare la somministrazione dell’altro”.
Sull’ipotesi di effettuare contemporaneamente il vaccino antinfluenzale e anti Covid per l’Italia si era già espressa la Società italiana medicina generale (SIMG) nei giorni scorsi: “In attesa del pronunciamento di AIFA ed EMA – si legge sul portale della società -, la Società Italiana di Medicina Generale concorda con la linea della comunità scientifica americana per cui i vaccini anti-Covid potrebbero essere somministrati contemporaneamente ad altri vaccini, anche nello stesso giorno, e ne illustra i dati alla vigilia dell’avvio della terza dose. ‘Nelle ultime settimane, la CDC e la ECDC hanno pubblicato dei documenti che attestano che nel caso di vaccini anticovid a Rna messaggero e con vaccini a vettore virale non ci sono problemi ad effettuare una somministrazione contemporanea ad altri vaccini non vivi, quale è quello dell’influenza. I requisiti di massima sicurezza e totale efficacia non verrebbero dunque a mancare’ sono le parole di Ignazio Grattagliano, Coordinatore SIMG Puglia”.
Influenza, descrizione di una malattia sottovalutata
Siamo certi di sapere quali sono i rischi connessi a quella che spesso reputiamo una “banale” influenza? Ecco quanto è definito dalle istituzioni sanitarie italiane: “L’influenza è una malattia respiratoria che può manifestarsi in forme di diversa gravità che in alcuni casi, possono comportare il ricovero in ospedale e anche la morte. Alcune fasce di popolazione, come i bambini piccoli e gli anziani, possono essere maggiormente a rischio di gravi complicanze influenzali come polmonite virale, polmonite batterica secondaria e peggioramento delle condizioni mediche sottostanti.
L’influenza è trasmessa principalmente dalle goccioline diffuse attraverso la tosse o gli starnuti e può anche essere trasmessa attraverso il contatto diretto o indiretto con le secrezioni respiratorie contaminate. Il periodo di incubazione dell’influenza stagionale è solitamente di due giorni, ma può variare da uno a quattro giorni. Gli adulti possono essere in grado di diffondere l’influenza ad altri da un giorno prima dell’inizio dei sintomi a circa cinque giorni dopo l’inizio dei sintomi. I bambini e le persone con un sistema immunitario indebolito possono essere più contagiosi”.
Vaccino antinfluenzale: chi sono i soggetti con priorità
Quali sono le fasce di popolazione più a rischio di sviluppare forme gravi della patologia e, dunque, che dovrebbero accedere con priorità al vaccino antinfluenzale?
Le linee di indirizzo del Ministero della Salute elencano i seguenti gruppi:
- Adulti oltre i 50 anni di età che sono a più alto rischio di COVID 19 grave.
- Donne in gravidanza: le donne in gravidanza appartengono alla popolazione con la massima priorità per l’offerta vaccinale e, se le scorte lo permettono, dovrebbero ricevere il vaccino in via prioritaria. I dati emergenti, ancora molto limitati, sull’infezione da SARSCoV-2 nelle donne in gravidanza suggeriscono un potenziale aumentato rischio di forme gravi di malattia.
- Persone con patologie di base come il diabete, l’ipertensione, l’HIV/AIDS, asma e altre malattie croniche cardiache o polmonari in quanto più ad alto rischio di malattia COVID19 grave. Tali popolazioni dovrebbero continuare ad avere priorità per la vaccinazione antinfluenzale, per proteggerli dall’influenza ma anche per minimizzare il rischio di infezione da SARS-CoV-2 e quindi ridurre i ricoveri ospedalieri per influenza, che potrebbero stressare ulteriormente il sistema sanitario.
- Bambini: rimangono un gruppo prioritario per l’offerta della vaccinazione antinfluenzale a causa del loro rischio di forme gravi di influenza, in particolare quelli di età compresa tra i 6 mesi e i due anni.
Diverse Regioni sono in grado di offrire gratuitamente su richiesta la vaccinazione a bambini e adolescenti sani a partire dai 6 mesi di età, in collaborazione con i medici di medicina generale (MMG) e pediatri di libera scelta (PLS). Scegliere di vaccinare i più piccoli contro l’influenza, è nei propositi degli autori delle raccomandazioni, permette di ridurre la circolazione dei ceppi influenzali anche nelle fasce d’età più alte permettendo in qualche modo di proteggere la salute dei genitori e dei nonni.