Fino a qualche decennio fa, ma anche meno, era quasi impossibile riuscire ad immaginare un uomo impegnato nelle faccende domestiche. Per fortuna la nostra società si sta evolvendo, anche se molto a rilento in tale ottica, e non dovrebbe stupire più di tanto scoprire che fare le pulizie in casa rende più felici gli uomini.
Cerchiamo di capire il perché.
Fare le pulizie in casa rende felici gli uomini.
Seppur lavoratrice, con un numero di ore di lavoro uguali a quelle del proprio compagno, è spesso la donna a doversi occupare esclusivamente delle faccende domestiche: lavare, pulire, rassettare, cucinare, stirare, ecc, un surplus di lavoro dovuto all’ancora ben radicato retaggio culturale che suddivide i compiti familiari in base al genere.
Sono infatti ancora molti gli uomini che non prendono in mano una scopa o non lavano i piatti perché ciò li farebbe sentire meno “maschi”. Al contrario, sono diverse le donne che non si scoraggiano nel cambiare la gomma alla propria auto, e questo non le fa sentire meno “donne”.
Per fortuna il concetto di “faccende domestiche tradizionale”, che vede la sola donna impegnata nel fare le pulizie, è stato man mano sostituito, anche se non in modo totalitario (al punto che si parla ancora di eccezioni nei paesi più tradizionalisti), dalla suddivisione familiare delle pulizie.
E, cosa ancor più sconvolgente, ciò renderebbe ancor più felici gli uomini.
A dichiararlo uno studio non recente (disponibile online dal gennaio 2013) divenuto parte di un nuovo libro intitolato “Gendered Lives: Gender Inequality in Production and Reproduction”.
Fare le pulizie in casa rende più felici gli uomini: lo studio.
Realizzata da Jacqueline Scott, del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Cambridge, e Anke C. Plagnol, del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Londra, la ricerca ha sorpreso addirittura le sue autrici, fortemente convinte che gli uomini sarebbero stati meno felici nel fare le pulizie.
Lo studio ha esaminato un campione di famiglie a doppio reddito residente in 7 diversi paesi del Nord Europa; tutte sono state sottoposte ad un sondaggio sociale al fine di indagare sulla suddivisione familiare delle faccende domestiche e su come quest’ultima influenzasse il benessere e/o lo stress della coppia.
“I nostri risultati indicano che la nostra aspettativa era completamente sbagliata – si legge nel libro – Abbiamo scoperto che il benessere degli uomini aumenta se la divisione del lavoro domestico è meno tradizionale”.
Non avendo dati certi che spieghino tutto ciò, le ricercatrici ipotizzano che questa particolare felicità e serenità riscontrata negli uomini deriva dal fatto che la suddivisione equa delle faccende domestiche diminuisce i conflitti fra le coppie. In poche parole le donne risultavano essere più stressate se i loro partner erano poco o per nulla collaborativi nelle pulizie domestiche. Al contrario avere un marito che lava, pulisce, cucina o altro rende la donna più serena e di conseguenza meno propensa al litigio.
“Gli uomini che lasciano le faccende domestiche alle donne possono essere soggetti a più lamentele rispetto agli uomini che svolgono la loro parte nelle pulizie” spiegano le ricercatrici.
Lo studio svolto da Scott e Plagnol ha evidenziato che sono stati fatti alcuni piccoli passi avanti per l’uguaglianza di genere. Loro stesse infatti sono rimaste stupite nell’apprendere che quasi una famiglia su cinque divide equamente le faccende domestiche tra marito e moglie; addirittura nel 9% dei casi è l’uomo a fare le pulizie di casa in modo totalitario.
“Il benessere degli uomini è significativamente ridotto quando le faccende domestiche sono svolte principalmente dalle donne – si legge nel libro – Il nostro studio evidenzia benefici più ampi per gli uomini che svolgono la giusta parte delle faccende domestiche”.
E nel sottolineare che al giorno d’oggi sono molti gli uomini che svolgono un ruolo importante nella cura della casa e dei figli, a differenza dei loro padri e nonni, Scott e Plagnol si augurano che la diffusione dei dati da loro raccolti possa essere uno stimolo per molti mariti poco collaborativi e che ciò possa smuovere in modo più veloce e significativo il cambiamento verso l’uguaglianza di genere.
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Fonte: Work-Family Conflict and Well-Being in Northern Europe – Today
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